Domiciliarità

Perché continuare a parlare di cultura di domiciliarità? Perché il rispetto della domiciliarità è un diritto della persona spesso ancora non esigibile e che si desidera rendere effettivo.

Un progetto CulturalePunto di Ascolto

L’Associazione di promozione sociale «La Bottega del Possibile», nata nel 1994 a Torre Pellice (TO), proprio per diffondere la cultura della domiciliarità ancora relativamente poco conosciuta, ha realizzato un grosso impegno di sensibilizzazione culturale, ma molto resta ancora da fare per far comprendere cos’è la domiciliarità e cosa significa applicarne la cultura e il diritto.

La domiciliarità della persona comprende la persona stessa con la sua globalità, unicità, irripetibilità e tutto ciò che la circonda e che le sta a cuore. E’ pertanto il contesto significativo per la persona, una sorta di nicchia ecologica che lega la persona stessa al luogo del suo abitare. L’uomo esiste in quanto tale poiché abita. E la casa assume pertanto un particolare significato, essendo un luogo in cui è accaduto qualcosa …, con i suoi colori, profumi, rumori è il luogo nel quale sono custoditi e coltivati affetti, ricordi, la propria storia; dove sono esplose gioie, sorrisi, ma anche sofferenze … La Domiciliarità non può essere, però, circoscritta alla casa, poiché questa va ben oltre…..rappresenta il rapporto con l’esterno, con ciò che la circonda, l’ambiente, il paesaggio, il paese, le relazioni, la cultura locale.

Ogni persona “idealmente” ha i suoi “sacchetti” che contengono le cose care.

È quindi un «Intero, Interno e Intorno» di cui si ha bisogno per non sentirsi spaesati, per vivere appieno la propria domiciliarità radicata sul territorio e… nell’ “Intorno” bisogna poterci stare davvero, bisogna “abitarvi” realmente!

La domiciliarità è lo scenario della persona, è il contesto dotato di senso per la persona stessa.

Vivere a casa fa bene, la casa è il rifugio, dà sicurezza, rassi-cura. La casa rappresenta la storia, il presente e il futuro; la casa ha una sua luce, i suoi profumi, i suoi rumori. Esco da casa per il piacere di ritornarvi….. La casa cura, dà voglia di futuro con il desiderio di non abbandonarla, finché è possibile, anche quando si è divenuti meno autonomi, anche quando si sta per abbandonare questo mondo terreno.

Certo per non promuovere il rispetto di una domiciliarità di abbandono, l’intorno deve poter disporre e agire con un sistema di rete, il SISTEMA DOMICILIARITÀ, per accogliere, per sostenere, per accompagnare, per aiutare chi aiuta. Molteplici sono le modalità di sostegno che costituiscono la ormai ben conosciuta «mappa degli strumenti», strumenti indispensabili per supportare la domiciliarità, per renderne possibile il rispetto; strumenti che ormai conosciamo, li abbiamo costruiti, sperimentati, li abbiamo diffusi all’interno del sistema dei servizi e degli interventi sociali. Ora dobbiamo promuoverne l’attivazione concreta, reale, effettiva sul territorio anche con la ricerca – azione al fine di promuovere l’innovazione che si rende anche necessaria.

Tra gli strumenti comprendiamo in primo luogo l’assistenza domiciliare; ben altra cosa però dal concetto culturale di domiciliarità con cui ancora molto spesso la si confonde.

Facendo coincidere appunto obiettivi e strumenti, si crea solo confusione e non si promuove la cultura.

La comunità locale deve divenire – attorno alla persona ed alla famiglia e ai loro problemi e risorse – sempre più una comunità responsabile, consapevole, partecipe, laboratorio di solidarietà, dove ogni cittadino promuove il capitale sociale della comunità stessa assumendosi responsabilità e doveri per promuovere diritti nel contesto di una sussidiarietà virtuosa, plurale e integrata.

Ecco dunque cosa costituisce il nostro progetto-obiettivo culturale e politico che si traduce in giro per l’Italia nella promozione di politiche di prevenzione e promozione alla salute, non solo a carattere riparatorio, ma di politiche attive, generative, in attività di formazione e sensibilizzazione, diversamente articolate (corsi, seminari, punti di ascolto, convegni, dibattiti, visite guidate, ecc.), in pubblicazione di testi, in produzione di video, in ricerca, confronto di esperienze, diffusione di “buone prassi” per giungere a delle “buone politiche”.

«La Bottega del Possibile» svolge dunque una continua promozione per attivare, diffondere e radicare cultura di domiciliarità dove è possibile, per «passar parola di domiciliarità» ai vari operatori del sociale, volontari, pubblici amministratori, cittadini, a favore delle persone più fragili, deboli e delle loro famiglie.

Tutto ciò perché il rispetto della domiciliarità è un diritto che discende dai primi articoli della nostra Costituzione, spesso ancora un diritto negato: accoglierlo è un dovere che sentiamo, è cultura di democrazia.

pdf_logo Clicca qui per scaricare l’estratto in PDF della voce “Domiciliarità”
presente sul “Nuovo dizionario di servizio sociale”


Il Punto d’Ascolto è da sempre l’appuntamento più importante per la nostra Associazione, essendo l’evento cardine dedicato al progetto culturale della domiciliarità. Un evento pensato per riflettere insieme sullo stato di salute del nostro progetto culturale, sulla sua adeguatezza, sul nostro agire e fare, su quanto il diritto alla domiciliarità sia un diritto riconosciuto e reso esigibile.