CODICE EVENTO: 45563
DESTINATARI: tutte le professioni

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6 dicembre 2023 08:30 - 13:30

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PRESENTAZIONE
La Bottega del Possibile, con il Seminario del 17 aprile 2019 su Dimensioni della spiritualità e lavoro sociale, aveva avviato una prima riflessione transdisciplinare e multicentrica proprio sullo “spirito” che deve animare il lavoro sociale, l’azione a favore di persone che attendono di essere “guarite” da condizioni di sudditanza, di ingiustizia, di disuguaglianza, solitudine, di violenza…. persone che attendono di essere liberate da ciò che le opprime e rende difficile o insopportabile la loro esistenza.
La feconda riflessione proposta con il seminario del 29/10/2020 “C’è spiritualità nel lavoro sociale”, che non venne realizzato a causa della pandemia, tragedia ha messo i professionisti del lavoro sociale e sanitario a confronto con quella terribile prova – richiede oggi approfondimenti su alcune specifiche dimensioni. Tra queste dimensioni:
• il diritto ad avere paura e la necessità di prendere per mano chi ha paura. La spiritualità intesa come etica del dovere inderogabile della solidarietà sociale contro la commercializzazione della paura;
• la fragilità dei valori e del sistema valoriale della società contemporanea. Come affrontare i rischi, e le realtà già manifeste, di decadimento dei valori su cui si fondano le professioni sociali?
• la coscienza dell’operatore e l’esigenza di un quotidiano esame di coscienza. Come riproporre e praticare il valore della riflessione personale?
• l’ascolto e l’accompagnamento sociale verso l’autonomia, il dovere professione di dire NO e di opporsi alle ingiustizie. L’operatore è ancora operatore di giustizia?
• i confini e le soglie dell’operatore a confronto con le sue passioni tristi che prendono piede quando cessa la spiritualità. Come trasformare le passioni tristi in affezioni, nuove affezioni al lavoro sociale, anche come libido narcisistica di investire su se stessi?
• la nostra pelle e la pelle degli altri da salvare nei mille naufragi della vita. Come nutrire uno spirito capace di tenere insieme pelli e pensieri di diverso colore e natura? Come curare pelli e pensieri feriti, graffiati, segnati da rughe profonde?
• Come continuare a prestare cura, a prendersi cura dell’altro, non soggiacendo ad una visione economicista che riduce tutto a spesa, ma ribellandosi e organizzandosi affinché vi siano risorse adeguate?
Tra queste dimensioni è importante interrogarci su quali siano oggi, nelle professioni di aiuto alle persone e alle comunità, i percorsi per creare legami sociali generativi, per coniugare il paradosso delle beatitudini con la concezione della domiciliarità in quanto promozione e tutela dell’Intero, dell’Interno, dell’Intorno delle persone, per educarsi costantemente a quel sentimento che muove a com-passione e, dunque, può spingere ad agire per “sanare” e “liberare”.
Questa concezione, questi percorsi vanno certamente oltre le conoscenze tecnico-professionali, attengono all’essere ed al saper essere, alla spiritualità appunto; devono rappresentare la componente imprescindibile per una azione che non sia semplicemente contenitiva del disagio.
In questo Seminario rifletteremo sul come interpretare ogni giorno una dimensione del saper essere legata al con-dividere (solo chi è capace di con-dividere lo stato di “malessere” può agire efficacemente a favore di chi abita questo malessere) e alla com-passione. E su come esercitare una azione sociale volta all’Intero e all’Interno della persona, all’unità inscindibile spirito e corpo, sòma e psyche, per promuovere, o riconciliare, i rapporti con l’Intorno. E su come prevenire, combattere le diffuse malattie dello spirito nei nostri tempi.