CODICE EVENTO: tutte le professioni
DESTINATARI:

PRESENTAZIONE

La centralità della persona è sempre evocata in ogni contesto di cura. Porre tale centralità indurrebbe a considerare la persona non come mero soggetto passivo e ricettivo, bisognoso di cure, verso il quale erogare interventi /prestazioni, ma come soggetto attivo, portatore di una propria progettualità, risorse e competenze, titolare di diritti e di una propria capacità di autodeterminarsi.
La centralità della persona nei diversi setting di cura è una questione che prende avvio intorno agli anni ’80, ed entra nell’uso dei documenti ufficiali di politica sanitaria.
Porre questa centralità comporta due elementi:
• uno ‘organizzativo’, che consiste nell’attivare e governare una particolare organizzazione, i processi e interventi assistenziale intorno al singolo soggetto, con una visione complessiva e integrata dei suoi bisogni;
• l’altro ‘valoriale’, volto a ridisegnare il sistema, chiamato a prendersi cura della persona, non sui bisogni degli operatori e sui loro principi, ma sui bisogni, le scelte, le abitudini, i valori (l’autonomia) della persona di cui ci si prende cura.
Tuttavia se lo slogan della centralità della persona è ormai condiviso e reiterato nei documenti di programmazione sia a livello nazionale che regionale, altresì, nei progetti assistenziali, esso si traduce solo raramente in comportamenti costanti e consolidati. Nella sua essenza, nella realtà quotidiana, nell’organizzazione presente nelle Strutture Residenziali (in questo caso), l’attuazione di tale principio sarebbe un fatto estremamente innovativo anche perché l’organizzazione delle attività assistenziali, gli orari, la turnistica, gli accordi sindacali, etc. si conformano più sulle esigenze del personale e dell’organizzazione che non sui valori e i bisogni delle persone accolte al loro interno.
Ma per poter garantire questa centralità occorre il concorso e la disponibilità di tutti gli attori che sono coinvolti nell’azione del prendersi cura; occorrerebbero anche norme che incentivino e supportino questo modello gestionale, il quale contribuirebbe ad innalzare notevolmente la qualità non solo del servizio offerto ma anche la qualità dell’abitare all’interno di questi luoghi comunitari. Rendendo così quei luoghi realmente abitati e considerati luoghi dotati di senso.
Porre la centralità della persona all’interno di una struttura residenziale, le singole individualità, con i singoli bisogni, desideri, aspettative sono fattori che devono poter convivere con le specificità di ogni singola persona che abita e lavora nella struttura.
Ma come rendere possibile quel tipo di organizzazione, quei principi e aspettative? Agire concretamente la centralità della persona in una RSA è un elemento caratterizzante possibile? Quali esperienze dimostrano che è una pratica possibile?
Il seminario vuole essere un’occasione per approfondire questo aspetto, avvalendosi anche dello scambio di esperienze e per valutare la trasferibilità delle stesse. Si rivolge agli operatori, coordinatori, direttori, amministratori delle case di risposo e delle RSA, ma altresì agli operatori che operano in altri contesti assistenziali essendo il tema della centralità della persona presente e necessario in ogni setting di cura.