CODICE EVENTO: 18604
DESTINATARI: tutte le professioni

LE MOTIVAZIONI DEL SEMINARIO:

I gravi fatti di cronaca  riportano  in luce episodi che  sono  spesso sottaciuti e nascosti. L’aggressività nei confronti degli operatori sociali e sanitari è in aumento, segno anche della crisi economica profonda che provoca disperazione ed esclusione, causati da un disagio sociale crescente che colpisce un vasto numero di persone. Il tutto è anche però il segno di una rottura e dell’affievolirsi delle relazioni e dei legami sociali  tra le persone;  il segno di un considerare controparte quel mondo dei servizi deputati al prendersi cura delle persone che si trovano in una condizione di disagio e fragilità. I servizi sociali e sanitari sono quotidianamente messi a dura prova dagli effetti di una crisi economica strutturale che perdura, dalle politiche di “austerità”, dai tagli dei fondi, dal crescere delle disuguaglianze, come dalla condizione di povertà che colpisce un numero sempre più allarmante di persone. Disuguaglianze, ingiustizia sociale, mancanza di lavoro mettono sempre più a rischio la stessa coesione sociale. La disperazione che vivono le persone a volte si manifesta con forme di aggressività diversificate che, in alcuni casi, si tramuta in vera e propria violenza fisica e verbale pesante nei confronti degli operatori: assistenti sociali, psicologi, psichiatri, infermieri, educatori, oss.

Gli episodi di violenza a danno degli operatori dei servizi sanitari e sociali, fortunatamente, solo in pochi casi producono esiti così tragici da interessare la cronaca nera. In molti servizi, tuttavia, minacce e attacchi indirizzati a professionisti dell’aiuto fanno ormai parte del lavoro quotidiano.

Ma la violenza e i maltrattamenti nel lavoro di cura coinvolgono non solo gli operatori professionali ma anche i familiari caregivers, specialmente quando la fatica è dentro una relazione affettiva che può diventare logorante.

Tale deterioramento della “cura nel lavoro di cura” coinvolge non solo gli operatori , ma anche le persone “assistite” che necessitano di aiuto, supporto e ascolto; ancora troppe volte infatti assistiamo a fatti riportati dai media in cui si denunciano maltrattamenti nei confronti delle tante persone anziane o disabili che vivono negli istituti, nelle cosiddette “Case di Riposo” o comunità clandestine; si leggono storie e cronache che portano in evidenza casi eclatanti,  estremi di violenza attuati sotto diverse forme, quali le violenze fisiche, i trattamenti farmacologici eccessivi, la mancanza di rispetto, la violazione dei diritti.

Viceversa, per contro, si assiste ad una particolare resistenza da parte dei lavoratori delle professioni di cura e di aiuto nel riferire, segnalare o denunciare gli episodi subiti di minaccia o aggressione.

Ciò avviene per motivazioni diverse, che fanno riferimento alla salvaguardia della relazione con l’utente; ad una sorta di accettazione del rischio come ineluttabile e ad una troppo alta tolleranza di fronte ai comportamenti aggressivi o minacciosi.

Ma quanto è diffusa questa forma di violenza? Quali sono le cause? Quali possono essere le strategie utili a prevenirla o comunque a minimizzare il rischio a cui è soggetto chi opera professionalmente o come familiare nei servizi alla persona? Quale supporto, anche a livello di formazione ed aggiornamento, può essere fornito alle vittime di aggressioni? Quali sono le conseguenze e le difese giuridiche?

Come individuare gli specifici fattori di rischio, per giungere ad un monitoraggio costante e puntuale del fenomeno, fino alla realizzazione di prassi efficaci per la prevenzione e per il sostegno alla diversa tipologia di “vittime”.

Il seminario si propone di contribuire alla ricerca di possibili risposte a tali domande, attraverso lo scambio delle esperienze, anche rispetto a buone pratiche già sperimentate.